Il tema del "Margine" appartiene da sempre all’ ispirazione più profonda di Giancarlo Flati, operoso proprio in quella zona di confine tra Arte e Scienza, tra creatività artistica e fascino dei domini estremi delle scoperte scientifiche e biomediche.
Flati è stato protagonista di importanti mostre e nel 2008 ho avuto il piacere di invitarlo ad esporre al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. La sua personale "Intersezioni del Tempo" fu un autentico successo.
Ero già convinto della sua solidità artistica ma nell’ occasione di quella mostra potei accostarmi meglio alla sua concezione visionaria che, letteralmente, spazia su mondi diversi alla ricerca di una comune radice di tutte le cose, rintracciabile così nel microcosmo come nel macrocosmo, due facce in definitiva di una stessa medaglia.
In Flati le “sequenze dell’ invisibile” ( è il titolo di un’ altra sua fortunata e prestigiosa mostra)premono sull’ immaginario dell’ artista che ragiona appunto per “serie”, per confronti e scontri tra le sue stesse immagini , in un dominio vero e proprio del senso dell’ arte in sè, costantemente messa alla prova e spinta verso orizzonti sempre rinnovantisi.
Flati ricerca le risonanze armoniche dell’ Universo intorno e dentro di noi e in questa circostanza i vari temi sono ancor più interconnessi tra loro e viene esaltata quella immagine dell’ andare oltre che è così mirabilmente espressa nei versi di Gibran che l ’autore stesso ha voluto porre quasi a fondamento e chiarimento della propria esperienza estetica.I vari soggetti raccontati da Flati ora nella mostra sono legati all’ origine della vita, alle presenze fisiche metafisiche che si intersecano con la nostra stessa esistenza. Persino la mitica figura di Swedenborg, uno dei grandi visionari della storia dell’ Umanità,viene evocata per metterci in condizione di condividere un’ esperienza estetica più unica che rara.