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Roland Maszka / 2006

Riflessioni su "Evento Universale" di Giancarlo Flati

Ogni atto creativo cosciente in qualche misura si ricollega alle tradizioni della cultura, e un'opera diviene spesso allusione ai temi che costituiscono il paesaggio di tutto ciò che la precede. Non si tratta di semplice emulazione, bensì del mirato attingere alle sorgenti della cultura, ai simboli, all'allegoria, ad ampi concetti della tradizione. Il contatto con un'opera può essere il pretesto per richiamare - attraverso l'associazione di idee - molti simboli e archetipi che sono nel nostro conscio e inconscio, e spiegarne il significato. La mostra intitolata Sequenze dell'Invisibile di Giancarlo Flati presentata a Dworek Artura a Danzica, è stata il pretesto per svolgere una lezione di interpretazione agli studenti del ginnasio.
Il particolare di partenza della spirale interpretativa porta inevitabilmente a comprendere la totalità e l'essenza di un'opera. Con questo ragionamento ho portato gli studenti a concentrare la propria attenzione sull'opera DNA Mistico, prima di passare alla discussione su Universale Evento.

La composizione Universale Evento, attraverso la specifica unione di cerchio e triangolo, suggerisce l'associazione con il simbolismo religioso e la simbologia esoterica: il triangolo rimanda alla Trinità, alla divinità; il cerchio all'universo della materia, al maschile e al femminile.
(...) L'elemento essenziale di questa composizione è costituito dal segno della croce iscritto nel cerchio: è difficile, infatti, opporsi all'univocità di una tale disposizione di linee, tanto più che l'autore ha posto nella parte inferiore l'icona della Sacra Famiglia (una specie di presepe), anche se questo non necessariamente deve essere correlato alla figura di Cristo. La prevalenza di linee verticali nella croce rappresenta la dominazione dell'irrazionalismo spirituale sull'intelletto puramente razionale. E forse proprio di questo si tratta nel dipinto di Flati, una visione sacra.
Queste forme amorfe, caratteristiche della pittura di questi cosiddetti "microbi" osservati al microscopio, richiamano le associazioni biologiche delle forme organiche. Gli studenti hanno notato la somiglianza con l'atto della fecondazione (la composizione nel suo insieme può assomigliare a un utero). Gli spermatozoi attaccano la megacellula, ma solo uno penetra al suo interno e dà luogo all'esplosione della vita, espressa qui con una spaccatura a raggiera al cui centro è posta la croce. Ciò non è in dissonanza con il significato esoterico di questo segno (giacché la croce nel cerchio è intesa come il quartetto spirituale nell'universo e nella biologia della cellula, subito dopo la fecondazione, si divide dapprima in due, poi in quattro).
Forse per questo motivo il titolo Le sequenze dell'invisibile: ciò che più è essenziale rimane invariabilmente celato, invisibile. Può esser visibile solo a un mistico e a un microchirurgo, che osserva tutto il processo nell'obiettivo del suo microscopio.
In seguito a questa interpretazione gli studenti hanno sottolineato che l'essenza della famiglia è l'amore e la procreazione. La presenza della Sacra Famiglia è diventata allora chiara. Si incontrano dunque in questo dipinto due entità: ciò che si palesa e ciò che rimane nascosto, un evento naturale - un normale atto biologico di procreazione - e la sua straordinarietà accanto al suo mistero, pragmatismo e misticismo, profano e sacro. Non a caso, la composizione del cerchio e del triangolo rammenta l'immagine del calice sacrificale o l'atto d'innalzare l'ostia durante la messa.
Nel dipinto di Flati c'è qualcosa dell'"ascendere divino" e la stessa composizione può ricordare le mani del sacerdote che innalzano il simbolo della pienezza, qualcosa che ricorda l'ostensorio: il cerchio. Per gli studenti allora sembra chiaro che questa presenza di "sanctum" è sottolineata dal segno della croce e dall'immagine della famiglia, unite al rimando al cerchio dell'ostia.