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Catiusha Minicozzi / 2007

L'INVISIBILE CONIUGATO DA GIANCARLO FLATI

"Sequenze dell'Invisibile - Tempo Indiviso II" è il titolo della personale di pittura di Giancarlo Flati che si è tenuta dal 21 luglio al 9 settembre alla Rocca dei Rettori a Benevento. Questa mostra, presentata nell'ambito del progetto di promozione della cultura e delle arti visive portato avanti ormai da tempo dalla provincia di Benevento, con il coordinamento scientifico di Ferdinando Creta e la collaborazione di Catiusha Minicozzi, ha avuto nuovamente successo di pubblico dopo l'esposizione di Treviso.
Molti i visitatori affascinati dal linguaggio materico e trascendentale dell'artista, il linguaggio di un'arte che si può "toccare" con mano e allo stesso tempo profondamente spirituale.
Già il nome dato alla mostra, è quanto mai significativo: l'opera di Flati infatti "rende visibile l'invisibile fisico" in una tensione ascetica di ricerca pittorica sul profondo. E non solo dell'inconscio umano. Flati, che prima di essere artista, è soprattutto scienziato, scompone e divide con la maestria del chirurgo l'universo noto, indagando oltre la superficie del visibile per scoprire il mistero della vita e dell'infinito dei cieli. Il suo sguardo indagatore mai sazio scruta il mondo e lo frantuma in tanti cocci di vetro opaco per ricomporli in occhi vuoti come specchi pronti ad afferrare il celato in ognuno di noi. Mentre il divino irrompe ovunque, riproponendo il dilemma che da sempre tormenta l'uomo, "la sua azione pittorica tenta di cristallizzare lo stupore di fronte al grande poema nascosto, cogliendone labili tracce".
Colori smaglianti e vivi, smaltati come la vernice formano universi paralleli dove di casa è la metafisica, una trascendenza che non è angoscia ma quiete infinita. Come uno scienziato interessato solo al motivo e al compimento delle "cose", per Flati non ci sono forme, ma solo materia, addensata in creste colorate e diluita in cerchi concentrici. Togliendo concretezza al reale, ricrea una realtà parallela, dove non esistono solo le due o tre dimensioni, ma la ricerca dello sconfinamento della rigidità delle forme. I suoi sono universi unicellulari, dove c'è solo il nucleo, l'essenza delle cose. Ovunque nelle sue tele angoli netti, forme taglienti e spigolose di crisi acute, mai risolte, pezzi pungenti di frantumazione dell'esistenza, di una vita che guarda sull'abisso di cui non riesce a comprenderne il significato.
Le opere presentate a Benevento, sono tutte accomunate dalla carica simbolica di segni di una memoria a tratti salvifica, come In quel profondo ricovero nel primordio delle ere in cui avviene la natività del dio-uomo, nel ricovero profondo dell'utero materno; La vita nasce alla vita in un freddo e luminoso grembo dove danzano le prime forme di vita umana, mentre in una Interminabile traversata delle epoche avviene l'adorazione della Maestà da parte di angeli senza volto che proiettano sul mondo ombre nere cariche di presagi. L'artista dipinge un "tempo" immoto: onde di eventi che si ripetono incessantemente in cui l'uomo si dibatte di fronte al mistero che lo attanaglia. Un caos primigenio, calmo e piatto, di colori freddi in cui omini filiformi e stilizzati volteggiano in un'esplosione di atavica fatalità.
Nel Limpidissimo reame di Flati il Tempo è senza fine, e La Memoria è senza tempo perché inghiottita dalle Voragini di mare eterno. In tutte le sue opere torna il tempo ciclico che si avvolge su sé stesso in spirali di ripetizioni, oppure quello costantemente fermo della memoria, che l'artista insegue per fissarlo sulla tela nell'attesa che lo stesso, famelico, gli presenti il conto. Tutte le sue opere sono un Canto di tempo e di riconoscenza, dove i dubbi e gli interrogativi si dissolvono di fronte allo stupore della magnificenza misteriosa che segna fin dalla nascita il creato. Così scrive il poeta : "Dorme il suo viaggio, lui, entra fasciato dal suo sonno nello spazio che lo ingoia e nel tempo che lo attende. Entra nel suo futuro, lui, dormiente". I versi di Mario Luzi sono una costante ispirazione per Flati che gli dedicherà anche un'opera, L'incontro mancato con Mario Luzi, dove il volto è in disfacimento, travolto e segnato dai suoi anni.